Ormeggio all’isola
La riserva naturale regionale dell’isola Gallinara è un’area marina protetta per via del suo habitat incontaminato e d’inestimabile valore storico, ambientale e culturale.
Essendo di proprietà privata non è visitabile.
L’ormeggio all’isola è consentito con le seguenti restrizioni :
Secondo la leggenda…
Secondo la leggenda, sull’isola Gallinara riparò San Martino, vescovo di Tours, che trovò rifugio in una grotta rivolta verso il mare aperto, che ancora oggi porta il suo nome.
L’isola ospitò probabilmente degli eremiti. Nel 500 d.C. s’instaurò un monastero benedettino, mentre nel corso del VIII secolo i monaci trasformarono l’isola in sede di una potente abbazia, che ampliò i propri possedimenti anche in terraferma.
Tra il X e il XII secolo il monastero toccò l’apice della sua prosperità e, grazie a importanti donazioni, acquisì cospicue proprietà non solo nel Ponente Ligure, ma anche in Francia e in Spagna. Poi il declino e nel 1473, l’abbazia venne data in commenda. Dopo quasi quattro secoli, titolo e diritti passano alla Diocesi di Albenga e nel 1866 il vescovo Raffaele Biale cedette la Gallinaria a privati.
L’isola non è visitabile, ma si possono scorgere la torre cinquecentesca, fatta costruire dai genovesi; il palazzo padronale, più volte ampliato e rimaneggiato arrivando a inglobare i resti dell’antico monastero e la chiesetta del primo Novecento in stile neoromanico.
Tuttora privata, l’isola è inserita dal 1989 nel sistema delle Aree protette della Regione Liguria.
Possono, tuttavia, essere esplorati i suoi spettacolari fondali, che hanno restituito numerosissimi reperti archeologici di epoca romana presenti nel Museo Archeologico di Albenga, ed ammirare affascinanti specie animali e vegetali di grande interesse naturalistico